Nota trasmessa dal cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, al cardinale Theodore E. McCarrick, arcivescovo di Washington, e all’arcivescovo Wilton Gegory, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, giugno 2004
La traduzione, rivista in qualche punto di dettaglio sull’originale inglese, è di Sandro Magister, che per primo ha fatto conoscere questo testo nel 2004 sul suo blog. La lettera è stata inviata in forma "riservata" (confidential) e non è pubblicata nella collezione dei Documenta inde a Concilio Vaticano Secundo expleto edita (1966-2005) della Congregazione per la Dottrina della Fede (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2006).
La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha più volte fatto riferimento a questo documento in testi e dichiarazioni pubblicati sul suo sito.
1. Presentarsi a ricevere la Santa Comunione dovrebbe essere una decisione consapevole, fondata su un giudizio ragionato riguardante la propria dignità a farlo, secondo i criteri oggettivi della Chiesa, ponendo domande del tipo: "Sono in piena comunione con la Chiesa cattolica? Sono colpevole di peccato grave? Sono in corso pene (ad esempio scomunica, interdetto) che mi proibiscono di ricevere la Santa Comunione? Mi sono preparato digiunando almeno da un ora?". La pratica di presentarsi indiscriminatamente a ricevere la Santa Comunione, semplicemente come conseguenza dell’essere presente alla Messa, è un abuso che deve essere corretto (cfr. l’istruzione "Redemptionis Sacramentum", nn. 81, 83).
2. La Chiesa insegna che l’aborto o l’eutanasia è un peccato grave. La lettera enciclica "Evangelium Vitae", con riferimento a decisioni giudiziarie o a leggi civili che autorizzano o promuovono l’aborto o l’eutanasia, stabilisce che c’è un "grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza. [...] Nel caso di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l’aborto o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, ‘né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto’" (n. 73). I cristiani "sono chiamati, per un grave dovere di coscienza, a non prestare la loro collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. [...] Questa cooperazione non può mai essere giustificata né invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede" (n. 74).
3. Non tutte le questioni morali hanno lo stesso peso morale dell’aborto e dell’eutanasia. Per esempio, se un cattolico fosse in disaccordo col Santo Padre sull’applicazione della pena capitale o sulla decisione di fare una guerra, egli non sarebbe da considerarsi per questa ragione indegno di presentarsi a ricevere la Santa Comunione. Mentre la Chiesa esorta le autorità civili a perseguire la pace, non la guerra, e ad esercitare discrezione e misericordia nell’applicare una pena a criminali, può tuttavia essere consentito prendere le armi per respingere un aggressore, o fare ricorso alla pena capitale. Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull’applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all’aborto e all’eutanasia.
4. A parte il giudizio di ciascuno sulla propria dignità a presentarsi a ricevere la Santa Eucaristia, il ministro della Santa Comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la Santa Comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, di interdetto dichiarato, o di persistenza ostinata in un peccato grave manifesto (cfr. can. 915).
5. Riguardo al peccato grave dell’aborto o dell’eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la Santa Comunione fino a che non avrà posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’Eucaristia.
6. Qualora "queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili", e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la Santa Eucaristia, "il ministro della Santa Comunione deve rifiutare di distribuirla" (cfr. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, "Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente", 2000, nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una pena. Né il ministro della Santa Comunione formula un giudizio sulla colpa soggettiva della persona; piuttosto egli reagisce alla pubblica indegnità di quella persona a ricevere la Santa Comunione, dovuta a un’oggettiva situazione di peccato.
[N.B. Un cattolico sarebbe colpevole di formale cooperazione al male, e quindi indegno di presentarsi per la Santa Comunione, se egli deliberatamente votasse per un candidato precisamente a motivo delle posizioni permissive del candidato sull’aborto e/o sull’eutanasia. Quando un cattolico non condivide la posizione di un candidato a favore dell’aborto e/o dell’eutanasia, ma vota per quel candidato per altre ragioni, questa è considerata una cooperazione materiale remota, che può essere permessa in presenza di ragioni proporzionate.]
-
Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Conosco diverse persone alle quali servirebbe conoscere questo testo.
RispondiEliminaCosa devo fare se conosco qualcuno dichiaratamente a favore di aborto e di eutanasia, di contraccezione, di omosessualità, che si accosta ugualmente al sacramento della comunione?
Perchè allora i vari sacerdoti continuano ad ignorare queste disposizioni e distribuiscono l'Eucaristia a persone platealmente indegne, come la maggior parte dei politici? E perchè nesn li richiama all'obbedienza?
RispondiEliminaPernon parlare, poi, la "banalizzazione" del Mistero Eucaristico con la distribuzione tipo "mensa dei poveri" sulle mani e sull'inenistenza di una preparazione spirituale del fedele. C'è molto da pregare e da fare. Vandeano
x hayalel
RispondiEliminacredo che la soluzione sia in primo luogo pregare per la conversione di queste persone (che sono tantissime)e in secondo luogo, come il testo suggerisce istruire le persone circa il loro errore (anche il vangelo dice qualcosa di simile sulla correzione fraterna) se la persona rifiuta la correzione e lui stesso a porsi fuori dalla Chiesa e solo la Grazia di Dio (liberamente da Lui accolta) può fare qualcosa.
x Vandeano,
concordo in toto, c'è molto per cui pregare, molto da abbattere, molto da edificare di nuovo (per dirla con Eliot). Sarebbe bello formare una comunità di preghiera virtuale per la conversione dei "cattolici" specie di quelli che si definiscono "adulti".
Essere in comunione con Gesù significa essere in comunione anche con tutti i fratelli e in linea con il messaggio Evangelico.
RispondiEliminaPurtroppo, conosco persone che non hanno ben compreso il senso della Comunione Eucaristica e non credono nella presenza reale di Gesù nel pane e nel vino consacrati. Ma c'è anche chi ricorre alla confessione "fai da te" e poi fa la Comunione....
Questo vivere la fede in modo poco ortodosso
sta danneggiando la fede cristiana cattolica: è necessario compiere opera di rievangelizzazione, soprattutto tra le nuove generazioni.
Con i nostri blog possiamo e dobbiamo fare molto.
Un caro saluto!!!