Mi ha colpito la lettura odierna di un brano di S.Ambogio (Commento al vangelo di Luca, V, 44-45 ; SC 45, 199 ) che vi propongo:
«Cristo chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici» (Lc 6,13), per mandarli, seminatori della fede, a diffondere il soccorso e la salvezza degli uomini nel mondo intero. Notate questo piano divino: non scelse né dei sapienti, né dei ricchi, né dei nobili, bensì dei peccatori e dei pubblicani per mandarli, affinché non appaia che essi siano stati trascinati dall'abilità, riscattati dalle ricchezze, attirati alla sua grazia dal prestigio del potere e della notorietà. Ha fatto così affinché la vittoria venisse dalla fondatezza della verità, e non dal prestigio del discorso.
Anche Giuda viene scelto, non per sbaglio bensì con cognizione di causa. Com'é grande questa verità che non può essere indebolita nemmeno da un servo nemico! Quale espressione del carattere del Signore, che preferisce compromettere ai nostri occhi il suo giudizio che il suo amore! Ha assunto la debolezza umana e non ha rifiutato nemmeno questo aspetto della debolezza umana. Ha voluto l'abbandono, ha voluto il tradimento, ha voluto essere consegnato dal suo apostolo, perché tu, se un tuo compagno ti abbandona, se un tuo compagno ti tradisce, accetti con calma questo errore di giudizio e lo sperpero della tua bontà.
mi ha colpito una sorta di profezia nella scelta di Giuda cui non avevo mai riflettutto sufficentemente: il traditore viene dal gruppo degli amici di Gesù, era uno dei suoi e anche oggi molto spesso il tradimento a Cristo e alla Chiesa viene compiuto dal di dentro, da parte di chi appartiene al numero degli amici. Ci sono un numero significativo di sacerdoti e importanti prelati che sono nella pratica nemici di Cristo.
Ma, oggi come allora, Cristo non scelse né dei sapienti, né dei ricchi, né dei nobili, bensì dei peccatori e dei pubblicani per mandarli, affinché non appaia che essi siano stati trascinati dall'abilità, riscattati dalle ricchezze, attirati alla sua grazia dal prestigio del potere e della notorietà. Ha fatto così affinché la vittoria venisse dalla fondatezza della verità, e non dal prestigio del discorso. Ciò che salva noi e ogni altro uomo, è l'adesione semplice, umile e stupita a Cristo e non alla nostra limitata visione della realtà.
A noi è chiesto di seminare la parola, non di costringere che ci ascolta a crederla perchè, come ci ricorda il Vangelo di Matteo, se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città
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Preghiamo quindi lo Spirito che ci aiuti e guidi a restare fedeli a Gesù e alla Chiesa, discepoli del servo di Dio il Papa e come lui umili lavoratori nella vigna del Signore.
Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Bellissima riflessione..Grazie!
RispondiEliminaVandeano