Mi sento in "obbligo" di rendere pubblico un commento particolarmente interessante (prego l'autrice di non montarsi la testa peccando di superbia) relativo a qianto pubblicato sull'amicizia. Cito con un copia-incolla:
Bella testimonianza sull'amicizia. Una virtù così rara va sempre messa in evidenza quando si incontra.
Solo chi vive del Signore, come in questo caso san Benedetto,può nutrire nel suo cuore veri sentimenti d'amore e di amicizia per i fratelli.
Ma perché è così difficile e così raro vivere questo tipo di rapporti? Io credo che il problema stia nella difficoltà di vivere vere "relazioni umane" che portano a vedere nell'altro non un avversario, un antagonista, un pericolo per il nostro "io", ma qualcuno che ci arricchisce e ci completa come persone.
Spesso le invidie e le gelosie rovinano molti rapporti di amicizia ed è proprio un peccato. Ma io credo che se riuscissimo a cercare di conoscerci un pò meglio, a lavorare un pò di più su di noi, ci accorgeremo che il Buon Dio ci ha fatto dono di tante qualità da mettere a frutto per il nostro bene e quello di chi ci vive accanto.
L'umiltà è la qualità principale che è necessario possedere per gioire di ciò che si ha e per ciò che ha il nostro fratello...questa è la base per una sana amicizia e per far sì che nei cuori nasca quel bambino di Betlemme che , in occasione della solennità dell'Epifania, insieme ai Magi, ci accingiamo ad adorare.
Ho omesso solo i saluti (devo ancora capire chi dei due ha copiato l'altro nel saluto o se abbiamo avuto entrambi la stessa ispirazione) ma il pieno del commento è riportato fedelmente.
Cosa rende infatti vera un'amicizia fra persone ? Cosa fa sì che tempo, distanza, opinioni e caratteri non incidano come elementi negativi nel rapporto fra persone ?
Una prima risposta è nell'intervento di cui sopra, nel cercare di conoscerci meglio, di non vedere nell'altro un nemico ma una possibilità di arricchimento umano.
Un dono piuttosto che un ostacolo.
In altre parole guardare l'altro con gli occhi di Dio.
Ciò che rende vero un rapporto umano, che lo rende resistente a tempo, idee e distanze è il fondamento che si da allo stesso. Se il fondamento è Cristo come nell'esempio di San Benedetto e come spera (ne sono certo) chi ha scritto l'intervento e anche il sottoscritto, l'amicizia è destinata a resistere a ogni intemperia.
Chi scrive non ha mai incontrato personalmente l'autrice del commento, conosce il suo volto solo per fotografia e non ha mai sentito la sua voce, e la cosa è esattemente identica vista da parte sua.
Ma so di non mentire se dico che è amicizia quanto ci lega e che possiamo anche continuare a non incontrarci e abitare a circa 900 km di distanza ma essere e restare amici perchè entrambi desideriamo che il nostro sguardo sia rivolto a Cristo. E, per mia fortuna (o per grazia) questo non è un caso isolato, ma, come detto di recente ho "incontrato" molte persone con cui posso dirmi, senza mentire, amico.
Un caro saluto a tutti.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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