Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

mercoledì 20 gennaio 2010

Eluana non era "devastata" ma è stata straziata (Contributi 231)

Da Avvenire del 14/1/2010 vi propongo  un articolo di Lucia Bellaspiga su Eluana Englaro in cui si parla dei risultati dell'autopsia eseguita.
Dedicato a coloro che dicono che non ha sofferto.
Attenzione! Se siete facilmente impressionabili fermatevi qui; accontentatevi di sapere che Eluana in realtà ha sofferto per morire.
Molto.
Ora se proseguite lo fate in modo consapevole e potete solo, arrivati in fondo alla lettura, pregare per coloro dal padre, ai giudici, ai medici e non ultimo il signor napoliatno giorgio hanno reso possibile questo barbaro episodio. (tratto da StranoCristiano)


« In data 9 feb­braio il cadavere del­la signorina E­luana Englaro veniva trasferi­to all’obitorio della ‘Quiete’ su barella in ac­ciaio. Trattasi di cadavere fem­minile, della lunghezza di circa 171 centimetri, del peso di 53.5 chili, cute liscia ed elastica, ca­pelli neri… Entrambi i lobi pre­sentano un foro per orecchini. Indossa una camicia da notte in cotone rosa». Il resto ve lo rispar­miamo. Dura 133 pagine la ‘Re­lazione di consulenza tecnica medico-legale’, letta la quale il gip di Udine l’altro giorno ha de­finitivamente stabilito che il tut­to è avvenuto ‘regolarmente’.

Un testo che si regge a fatica e che toglie il sonno, e non tanto nelle pagine dell’autopsia, quan­do ormai Eluana è morta, ma in quelle tragiche, disumane dell’agonia, quando era viva e nelle stanze udinesi della ‘Quiete’ la si faceva morire.
Ora lo sappiamo: nei giorni e nelle notti in cui alla giovane donna venivano sottratti l’acqua e il nutrimento (il sostegno vita­le, lo chiama il documento), l’é­quipe del dottor De Monte sede­va accanto a lei e la osservava, prendeva appunti, diligentemente compilava di ora in ora la Scheda di rilevazione degli ele­menti indicativi di sofferenza’.
Una crocetta alla voce ‘respiro affaticato e affannoso’ ne indica frequenza e durata, un’altra rile­va ‘l’emissione di suoni sponta­nei’, un’altra ancora i singoli la­menti sfuggiti a Eluana ‘durante il nursing’, ovvero mentre le ma­ni di medici e infermieri nulla ‘potevano’ per salvarle la vita e dissetarla (il Protocollo parlava chiaro, e loro erano lì per appli­carlo, volontari), ma sul suo cor­po continuavano a operare quel­le piccole attenzioni richieste dallo stesso Protocollo: ‘Si pro­cederà all’igiene giornaliera di routine al fine di garantire il de­coro…’. Il decoro.
Sono pagine meticolose, capilla­ri. Gelide. Il 3 febbraio, primo giorno di ricovero alla ‘Quiete’ di Udine (nel cuore della notte la giovane era stata prelevata da un’ambulanza e strappata alla clinica di Lecco dove viveva da quindici anni), la voce di Eluana si è sentita sette volte, e l’équipe solerte le ha annotate tutte. I suoni si moltiplicano il 4, e poi il 5, finché il 6 (all’alba di quel giorno si è smesso definitiva­mente di nutrire e dissetare la giovane) la mano di un’infermie­ra scrive per la prima volta: ‘Sembrano sospiri’. E forse lo sono, se il giorno 7 cessano an­che quelli. Eluana morirà improvvisamente già il 9 febbraio alle 19 e 35, senza più la forza di gemere: ‘nessun suono’, ma ore e ore di ‘respiro affaticato e af­fannoso’.
Nei palmi delle mani, strette, i segni delle sue stesse unghie.
Ancora più esplicite le pagine del diario clinico di quei sette giorni udinesi, racconto di un’a­gonia che inizia sull’ambulanza, quando il dottor De Monte an­nota la terribile tosse che scosse Eluana, e prosegue con asettico cinismo: Eluana si lamenta, E­luana non ha quasi più saliva, non suda nemmeno più, le mu­cose si asciugano, ‘iniziata umi­dificazione’, ‘idratata la bocca’, ‘frizionata su tutto il corpo con salviette rinfrescanti’. Il decoro.
L’igiene. C’è anche lo spasmo con cui la prima notte arrivò a e­spellere il sondino: allora lo scri­vemmo e ci diedero dei bugiar­di… ‘Non eseguito cambio pan­nolone perché non urina più’: è il giorno della morte. Tutto rego­lare, dicono i magistrati, tutto perfettamente annotato. A parte quella mezzoretta tra il decesso e la registrazione dell’elettrocar­diogramma, un ‘ritardo dovuto alla difficoltà di reperimento del­lo strumento’, scrive il capo dell’équipe… A parte, ancora, quelle tre ore che l’8 febbraio, il giorno prima della morte, in pie­na agonia, una giornalista di Rai 3 Friuli e un fotografo trascorro­no nella stanza di Eluana ripren­dendone gli affanni.
Ci avevano detto che Eluana non avrebbe sofferto, e veniamo a sa­pere che morì tra gli spasmi, con 42 di febbre. Che da molti anni pesava 65 chili. Che risultava «obiettivamente in buone condi­zioni generali e di nutrizione, con respiro spontaneo e valido, vigile durante buona parte della giornata». Che da due anni ave­va di nuovo «il mestruo». Che l’alimentazione col sondino «non aveva mai dato complican­ze » e i «parametri vitali si erano sempre mantenuti stabili, la pa­ziente non ha presentato mai patologie ad eccezione di spora­diche bronchiti-influenzali, prontamente risolte con
antipi­retici ». Ce l’avevano descritta co­me un corpo ‘inguardabile’, u­na vista ‘devastante, piagata dal decubito, magra come uscita da un campo di concentramento’.
È pure calva, aggiunse Roberto Saviano… ‘Ha capelli neri, cute liscia ed elastica, corpo normale, nessun decubito’, recita ora l’autopsia.
Ma lo attesta il perito: «Le disposizioni sono state mi­nuziosamente seguite»

 Una persona viva, sofferente, malata, ma viva viene uccisa da un protocollo "le cui disposizioni sono state minuziosamente seguite" ed annotate. Un giudice decide se una persona ha diritto di vivere oppure no. Questo è un mondo che non condivido. Un mondo non cristiano, dove il valore di una persona non è intrinseco alla persona stessa, ma legato ad una sua capacità di produzione e di salute mancando la quale la persona perde il diritto a vivere. Togliendo Cristo dallo sguardo, è l'umano stesso ad essere minacciato.
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4 commenti:

  1. I giudici, specie di questi tempi, in molti casi usano la loro conoscenza per creare un potere alternativo a Dio, con la compiacenza di chi loro chiede questo. Mi verrebbe da dire solo una cosa...ma proprio senza giri di parole: che grande schifo! (scusa se per una volta, lascio le espressioni carine fuori dalla porta...)

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  2. Sono d'accordo con Maria, avrei usato parole anche più forti, occorre molto cammino (parlo per me, non posso giudicare i miei lettori) per cambiare lo sguardo e vedere gli altri, "i cattivi" con gli occhi di Dio che è sempre e comunque misericordia e attesa di pentimento. Pregare perchè cambi il cuore, il nostro e quello degli altri. Essere domanda, continua e incessante a Dio. Grazie Maria per il tuo intervento.

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  3. Sai, io non dicevo quelle cose riferendomi ad un vedere i cattivi come cattivi. Il giudizio spetta a Dio, ma mi "preoccupa" pensare che un domani, un giudice pinco pallino istigato da un altro pinco pallino, possa decidere anche della mia vita. Quando io magari potrei essere contenta di vivere come il Signore vuole, proprio e semplicemente perchè vivo. I limiti (legali e di ogni tipo) dovrebbero servire a tutelare, oggi invece li usa per comodo personale, a scapito dei deboli...
    Scusa se sono tornata sul punto!

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  4. Maria non si deve scusare, il blog è nato anche per essere punto di confronto fra le persone. Io sono d'accordo con te, quanto dicevo nell'intervento precedente era riferito a me stesso, era per ricordarmi di pregare sempre per la conversione di chiunque (a cominciare da me stesso). Grazie per i tuoi interventi... continua così..

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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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