Pubblico il nuovo editoriale di Samizdat On Lie sul terremoto di Haiti:
Ogni volta che accade qualche tragedia, qualche disastro che brevemente ci scuote dal nostro torpore, sempre si leva la domanda: ma perchè Dio permette questo? Non è buono, o è indifferente, mi dicono; oppure non può nulla, non esiste.
Ogni volta, anche questa volta, spiego, difendo, cerco come posso di fare vedere cose che per me sono evidenti.
Ed ogni volta mi sento inadeguato. Sono inadeguato. Perchè le parole sono fredde come sassi d'inverno. Non posso dirvi come mi si strazia il cuore. Non riesco a comunicarvi come ogni sofferenza di cui vengo a conoscenza mi si avvita dentro.
Eppure sono come voi, fratelli, lettori, ipocriti. Mi si stringe l'anima ma qui finisce. Potrei accusare un dio lontano di non fare ciò che vorrei fare io, perchè non ricada su di me la colpa per non essermi mosso. Per non muovermi in quest'istante, perchè so che a mille metri e non a mille chilometri c'è qualcuno che ha bisogno, che avrebbe bisogno. Se proprio voglio pulirmi la coscienza darò dieci euro: e qualcun altro provveda.
E siamo arrabbiati con un Dio che non ci risparmia la fatica di essere buoni.
Ma, anche mi muovessi, può bastare? Posso impedire ogni dolore innocente? E quanto durerebbe, questo mio agire?
Una frase ricorrente nella cronaca del terremoto di Haiti mi ha colpito: "Coloro che dovrebbero portare aiuto non ci riescono, perchè sono essi stessi vittime". Anche noi vorremmo uno sguardo buono su di noi, in ogni momento: come non siamo capaci ad averlo sugli altri, ci è impossibile anche verso noi stessi. Come tutto in questo mondo siamo esseri finiti, limitati. Se non riusciamo ad essere buoni allora irrigidiamo il collo e ci mostriamo cinici e disperati.
Ma l'esperienza - l'esperienza - insegna che c'è un tipo di sguardo che non finisce. Non finisce non perchè non cade, ma perchè continuamente si rinnova. Un'irruzione dell'infinito tra noi uomini. Una presenza che dice "non piangere, non avere paura". Qualcosa che c'è, basta vedere, basta ascoltare, basta toccare, e che storicamente continua nella Chiesa. Nel volto di tanti uomini e donne, a mille metri come a mille chilometri da noi. Tra le chiacchere e la teoria è solo quello sguardo che ci può salvare, che può cambiare questo mondo di morte in un mondo di vita, vita buona, davvero.
(Berlicche-socio SoL)
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Io ho letto anche l'editoriale di Socci, pubblicato su Libero e inserito anche nel suo blog, se ti trovi a passare di la', non te lo perdere, è una bellissima riflessione!
RispondiEliminaL'ho visto e ripreso nel mio blog, nel contributo 227, ti ringrazio comunque per la segnalazione. Non aver paura a segnalarmi cose che ritieni interessanti e utili perchè sono molte più le cose che mi sfuggono di quelle che riesco a intercettare... Un caro saluto.
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