Il post dell'altro giorno sull'identità del cristiano ha suscitato un commento che vi presento di seguito:
..con questo post hai toccato un tasto molto doloroso ma anche molto essenziale.
Qui si parla dell'identità del cristiano! Quello vero! Quello che non si vergogna di appartenere a Cristo.
Come hai ben sottolineato, anche in questo inizio di anno c'è chi si è macchiato di orribili crimini verso il mondo cristiano...Ma da che cosa deriva tanta avversione? La storia ci insegna che le persecuzioni verso i primi cristiani avvennero perché gli ebrei detentori della fede nell'unico Dio, non riuscivano a capire e ad accettare Gesù come il Messia e tanto meno come Figlio di Dio, quindi come Dio. I romani temevano che il diffondersi delle idee cristiane potessero creare tanti proseliti e indebolire la loro autorità...
Ma questo mondo attuale,che cosa teme? Dopotutto i cristiani nel mondo sono una minoranza...
Ma allora si tratta di qualcosa di diverso: è sempre la Croce di Cristo che continua a rappresentare un pericolo per chi professa un'altra fede o è ateo. Il pericolo di venire in qualche modo conquistati dall'apparente debolezza di un Dio messo in croce di cui i cristiani ne sono il segno vivente.
La forza che ha il cristiano di rialzarsi dopo le cadute, la forza di sopportare con amore le tante difficoltà della vita, la forza di non perdere mai la speranza, una speranza fondata proprio in quel Gesù di Nazaret messo in croce ma poi risorto.
E' la certezza di trovarsi davanti ad un Dio che sa parlare d'amore.
Ma l'identità di un cristiano si trova nel modo di porsi in relazione a questo Dio e al prossimo che dona alla vita una dimensione nuova: quella del servizio. "Sono venuto per servire, non per essere servito» (cf. Matteo 20, 28), essere cioè sempre a disposizione per il bene degli altri», anzi, «diventare un bene per gli altri».
La differenza non è piccola: si tratta di passare dal fare qualcosa a favore dei fratelli, ad essere una persona per gli altri, come Gesù è «per noi».
Questa è la vera identità del cristiano che, per chi è diverso, continua ad essere motivo di scandalo e quindi da eliminare.
Ma, Come dici tu, elevare la preghiera del cuore verso Cristo è necessario per dare maggiore consistenza a questa nostra identità.
E allora preghiamo!
Desidero quindi ringraziare Marina per il bellissimo commento di cui mi ha voluto fare dono, in particolare per aver ricordato una caratteristica fondamentale dell'essere cristiano: il servizio.
Scoprendosi amato l'uomo è portato ad amare gli altri uomini, ogni altra persona. Pur nella fatica che la natura umana ci comporta, il moto del cuore è verso l'alto e verso l'altro. Perchè Dio ci ha amati e scelti per primo e il nostro è un moto di risposta al riconoscere questo dato di fatto.
Il vero cristiano è realmente colui che avendo trovato una perla di grande valore vende tutto per acquistarla, perché tutto è secondario di fronte all'incontro con Dio.
Cosa preferite l'applauso del mondo (che fra 10-20-50 anni non si ricorderà più di voi) o l'abbraccio di Dio che dura l'eternità.
Sarei curioso di sapere la vostra scelta.....
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
So che non è lo spazio giusto per chiederlo...la frase du Giovanni Paolo II da quale documento è stata presa ? Grazie
RispondiEliminaNon ti preoccupare Elia. Almeno tu hai letto la lunga citazione di Giovanni Paolo... Ho tribolato un po' per trovarla ma alla fine ci sono riuscito. E' tratto da un'omelia del 1979 a Washington, e questo è il link: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1979/documents/hf_jp-ii_hom_19791007_usa-washington_it.html
RispondiEliminaEra tornata "di moda" un anno fa per il caso di Eluana Englaro. Un caro saluto.
Detto in termini molto "spiccioli", io credo che l'abbraccio di Dio, ci conduca non all'"applauso" del mondo (per come oggi lo si intende), ma all'applauso che è anch'esso abbraccio!
RispondiEliminaSe io cerco di essere quello che Dio vuole che io sia (pur con le inevitabili cadute), divento come il sasso buttato nell'oceano. Provoco quelle ondine che si allargano a dismisura e magari mi fanno sfiorare un altro oceano. Entro in contatto con altri miei fratelli, dono qualcosa di me a loro e ricevo il loro stesso essere dono (in tanti modi, anche attraverso i loro schiaffi, morali o materiali!).
In questo modo penso che abbracciare il Signore implichi il nostro concreto intervento nel Mondo (anche materiale) per quanto piccolo esso sia. E qualcuno che ci ringrazierà, di questo nostro essere e fare, sicuramente ci sarà sempre, anche se lo faranno nonostante le nostre pecche e pur non essendo noi stessi degni di ricevere il loro grazie, perchè facciamo solo quello che Gesù ci invita a fare. E per me questo è il vero abbraccio del Mondo, sapere che posso essere realmente utile,nonostante la mia miseria, per qualcuno. Anche solo con una preghiera, dove non posso arrivare a fare di piu'.
Un caro saluto