Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

lunedì 18 gennaio 2010

Eugenetica (perchè non è questione di cellule) - (Contributi 229)

Quando i capelli del mio capo erano più numerosi e di un colore un po' più uniforme dell'attuale (che tende lentamente ma inesabilmente al bianco) una canzone di un cantautore importante recitava nel suo ritornello "non è questione di cellule" anticipando di circa 30 anni un dibattito oggi in voga. Il figlio su misura, preconfezionato con occhi, altezza, capelli stabiliti in laboratorio, sano, immune da malattie, forte e bello. Un egoistico piccolo delirio di onnipotenza in fondo.. Nel post precedente si accennava alla coppia di Salerno e alla sentenza che li riguardava. Ora facciamo un passo di ragionamento in avanti. L'articolo che segue, di Gianfranco Amato è tratto da Il Sussidiario e ne tratta meglio di quanto ne potrei fare io:

Via libera al figlio perfetto: l’ultima sentenza choc del tribunale di Salerno

Soltanto una prospettiva di individualismo esasperato può tradurre un desiderio in diritto. E una simile prospettiva è capace di generare ingiustizia quando l’oggetto del desiderio implica violazione dei diritti di altri soggetti. Un figlio non può essere considerato come mera “proprietà” dei genitori, e questo vale fin dal concepimento. Né può essere considerato un “oggetto” necessario alla realizzazione di una coppia, da ottenere non con un atto d’amore ma attraverso l’esito positivo di un’operazione tecnica.
Il cosiddetto “diritto di procreazione”, in realtà, rischia di tradursi nella proiezione egoistica di un capriccio. Solo così, infatti, può giustificarsi, ad esempio, il ricorso alla fecondazione assistita per una coppia di donne omosessuali, o l’inseminazione artificiale di una donna con il seme congelato del marito defunto, o il figlio in provetta per le ultrasessantenni. Sembrerebbero, queste, aberrazioni teoriche ma, in realtà, lo scorso luglio qualcuno ha cominciato a riflettere quando si è appresa la notizia che in Gran Bretagna la signora Maria Bousada De Lara è morta di cancro all’età di 69 anni lasciando soli due gemelli di due anni, ottenuti attraverso il ricorso alla fecondazione assistita per realizzare il suo egoistico desiderio di maternità.
Ripensando a quell’episodio, mi sono venute in mente le parole del cardinale Caffarra quando ha avuto il coraggio di affermare, senza mezzi termini, che «nessuno possiede il diritto ad avere un figlio, a qualunque costo e in qualunque modo», perché «si ha diritto ad avere “qualcosa”, mai ad avere “qualcuno”». E, citando Bruno Fasani, lo stesso cardinale ha spiegato: «Un figlio non può essere una sorta di peluche che riempie i vuoti affettivi, che scavalca fittiziamente i limiti imposti dalla natura, che spezza solitudini senza prospettive di soluzione».
La riduzione della genitorialità a mero fattore biologico, a questione di Dna, significa immiserire il rapporto filiale, riportandolo alla concezione ottocentesca dello jus sanguinis. Una sorta di riduzionismo genetico come nuova versione del riduzionismo biologico di Cesare Lombroso. Davvero un bel passo avanti per i progressisti della società moderna ed evoluta.
L’uomo, in realtà, è più della somma dei suoi geni. Ce lo ha ricordato Francis Collins, il padre del genoma umano, quando il 26 giugno 2000, in una conferenza stampa tenuta alla Casa Bianca pronunciò al mondo intero, appunto, la celebre frase: «We are clearly much, much more than the sum total of our genes».
Essere genitori non è, quindi, una questione di geni. La Chiesa, ad esempio, da secoli sussurra all’orecchio dei suoi figli che l’uomo è capace di una fecondità che non è riducibile solo a quella carnale. «È per questo - ricordava don Luigi Giussani, il fondatore di Cl - che un uomo e una donna che non hanno figli e che ne adottano sono veramente padri e madri nella misura in cui educano un figlio. Molto più della grande maggioranza che getta fuori dal ventre il figlio e non si cura del suo destino». Davvero non è una questione di geni.
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