Propongo per una riflessione dei lettori questa lettera di Don Luciano. Io non so se avete già bevuto, state bevendo o berrete fra un giorno, o mille o mai, l'amaro dei frati, ma in ogni caso la lettura delle righe che seguono è utile:
Quando qualcuno ti offre da bere un amaro e poi scruta con un sorriso malizioso la tua faccia, la cosa dovrebbe insospettirti. Così andando a trovare un amico mi sono visto offrire dopo pranzo un "Amaro dei Frati", a base di erbe e secondo un'antica ricetta. Indicazioni un po' generiche, a dire il vero. Siccome non disdegno affatto un buon amaro dopo pranzo - visto che lo posso avere solo quando sono in Italia - l'ho bevuto tranquillamente. I primi secondi sono stati orribili. "Cosa mi hai dato, veleno?" ho detto al mio amico. Dire che era amaro era poco, mi aveva come anestetizzato la bocca. Poi, come improvvisamente mi si era impastata la bocca di amaro, il gusto era cambiato - era diventato un gradevole, fin dolce sapore di erbe. Che, sono lieto di scriverlo, mi è durato in bocca molto più a lungo che non l'amaro.
Dio ti dice una cosa simile riguardo alla tua vita in un versetto del Salmo 29, 6; sono poche parole ma che dicono molto: «Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia». Dio dice che ci saranno periodi amari, e magari ne stai vivendo uno proprio ora. Spesso quelle stagioni amare ci aggrediscono improvvisamente come il gusto di quel liquore dei frati - e non siamo preparati. Sentiamo solo la pesantezza della situazione.
La meravigliosa promessa che Dio ti fa non è che i tempi amari non verranno, ma che non dureranno.
Non avranno l'ultima parola, non sarà l'esito finale. No, per coloro che appartengono a Gesù «al mattino, ecco la gioia». Ma per gustare il dolce sapore di erbe si deve prima sperimentare l'amaro in bocca.
Se vuoi provare la gioia che Dio ha preparato per te, spesso devi prima sperimentare il lato amaro - fiducioso nel sapere che il gusto vincente non sarà certo quello sgradevole.
Non so quale sia il carico che stai portando in questo periodo.
Forse è il dolore per aver perso qualcuno che amavi, forse un serio problema di salute, un matrimonio che sta fallendo, un genitore o un figlio che ti fa soffrire.
Forse la stagione del pianto è stata causata da un problema economico, o un sogno infranto, o da un tunnel di esperienze negative.
Ma Dio ti dice che il pianto dura una notte.
Questa notte, persino questa lunghissima notte, non durerà per sempre. Alla fine di questa notte Dio ti ha preparato una gioia che ti è persino impossibile immaginare. Lui te lo ha garantito. Infatti il tempo della gioia che Dio ha in serbo per te si sta preparando proprio in questo periodo di amarezze - come la gioia per un bambino appena nato è stata preparata dal doloroso travaglio del parto. Ma bisogna passare per la valle del pianto, senza abbandonare il tuo Dio e i Suoi piani.
I tempi amari che Dio permette vanno considerati sotto una prospettiva spirituale.
In ogni situazione, tu che sei figlio di Dio puoi essere certo di questi 4 indicatori di speranza:
Tu stai vivendo questa situazione
1) perché Dio ti ha chiamato a viverla
2) sei sotto la Sua protezione
3) in questo periodo Lui ti sta allenando per il tuo maggior bene
4) tutto si compirà a Suo tempo.
Dietro a ogni croce c'è sempre una benedizione. Ricordati, Dio ti ha garantito che non sarai provato oltre le tue forze: «Infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla» (1Corinzi, 10, 13).
Sicuramente non ti piace il gusto amaro di quello che stai vivendo in questo periodo - ma non pensare che quel gusto sarà quello definitivo. La gioia che Dio dona a coloro che sanno sopportare con pazienza ti sta aspettando dopo l'amarezza. E come un certo "Amaro dei Frati" che all'inizio sembra veleno, la dolcezza durerà molto più a lungo dell'amarezza.
Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto
don Luciano
Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Speriamo...
RispondiEliminaSG
Meraviglioso..certo in molte situazioni ci vuole una grande fede per viverle in questa ottica. Spesso dimentichiamo che basterebbe chiederla..grazie per la riflessione!
RispondiEliminaRispondendo all'amico anonimo dico che la Speranza è una delle virtù teologali su cui poggia tutta la vita di fede...infatti, la fede e la carità se non fossero alimentate dalla speranza non sarebbero possibili...giusto quindi dire "speriamo" e guai a non sperare. Le tante amarezze della vita grazie alla speranza diventano come quell'amaro che piano piano fa gustare il suo lato piacevole...
RispondiEliminaGrazie per questo bellissimo post.
Buona e santa domenica
Comprendo la difficoltà a vivere la fatica e la sofferenza con lo sguardo rivolto all'alto. Ma solo imparando che la croce è occasione di resurrezione e strumento di redenzione,si possono vivere le circostanze avverse come via di santificazione.
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