Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

domenica 22 marzo 2009

Contributi 40 - amare una figlia frutto di violenza

Avvenire 14.3.2009
testimonianza Uganda: amare una figlia frutto di violenza
tratto da http://stranocristiano.it/

La sera del mercoledì delle ceneri ero letteralmente sfinito: avevo celebrato tre sante Messe e imposto le ceneri sulla testa a qualche migliaio di persone. Anche se non è festa di precetto, tanta gente, nell’intervallo del pranzo o alla sera subito dopo il lavoro, viene alla santa Messa per ricevere le ceneri. Portano anche i bambini e guai a non mettere le ceneri anche a loro. Molti poi, oltre a ricevere la cenere sul capo, la vogliono pure in mano o in un pezzetto di carta o in un fazzoletto, così da poterla portare a casa per coloro che non hanno potuto venire in chiesa. È un atto penitenziale e qualche volta mi viene persino il dubbio che ci sia un po’ di fanatismo, ma vedendo la devozione che ci mettono, debbo dire che è fede ed è un modo per esprimere pentimento del proprio essere peccatori. Tutto quanto detto non c’entra nulla con la ragione per cui le scrivo, ma in qualche modo fa da contorno. Stavo per andare a letto ed entrai nel mio ufficio solo per assicurarmi che le porte anteriori fossero chiuse. Notai sul mio tavolo una lettera che non avevo ancora aperto. La aprii e lessi. Eccoti il contenuto:
Caro Padre, sono una ragazza di 14 anni, nativa di Gulu, Layibi. Nel 1993 mia madre era una studentessa del terzo anno di scuola superiore presso il collegio del Sacro Cuore di Gulu. Mentre era in vacanza i ribelli del Lra ( Lord’s Resistance Army, Esercito di resistenza del Signore: gruppo di ribelli ugandesi, Ndr) arrivarono al suo villaggio, uccisero i suoi genitori, violentarono mia mamma e sono nata io. Oltre ad aver concepito me, mia mamma ha pure ricevuto il virus dell’Aids e ora è sieropositiva Hiv. Io invece sono nata pulita. Non posso sapere chi può essere stato mio padre, ma la mamma sì: mi ha fatta nascere, mi ha cresciuta e pure mandata a scuola. Per pagare la mia scuola elementare ha lavorato cucendo e ha avuto molta cura di me, però ora non riesce a guadagnare soldi sufficienti per la scuola superiore. Ho saputo che tu aiuti gli orfani e hai una scuola ove c’è molta disciplina. Mi potresti prendere e aiutare a pagare la retta? Io voglio studiare per poter aiutare e aver cura di mia mamma che sta diventando sempre più debole. Spero che tu consideri questa mia domanda e io pregherò per te perché Dio ti benedica e assista ad aiutare coloro che hanno bisogno. Maria Goretti Anena
Dopo aver letto la lettera, sono andato a letto ma non sono riuscito a dormire. Ero disturbato dentro di me da un misto di gioia, di rabbia, di soddisfazione e di riconoscenza verso Dio che sa trarre atti eroici dalle persone semplici e insignificanti come possono essere queste nostre ragazze appena cristianizzate. Perché la rabbia ? Perché un esempio come questo dovrebbe far ammutolire quegli spacciatori di civiltà fasulla che abbiamo nel mondo progredito pronto a legiferare contro il diritto alla vita.
Come è andata a finire questa storia?
Al mattino mi sono alzato; sono andato alla scuola; mi sono assicurato che il direttore mi trovasse un posto per inserire questa ragazza (solo la mattina precedente gli avevo promesso che non avrei portato alcun nuovo studente). E il direttore mi disse che dovremo farla dormire per terra, perché anche i letti a tre piani sono tutti occupati. Se la ragazza accetta, la prendiamo.
Chiamai la ragazza; le dissi di venire con la madre e vennero il giorno dopo. Feci un po’ di domande trabocchetto per assicurarmi che non mi avessero detto bugie e le proposi di dormire per terra su un materasso di gomma piuma.
Si inginocchiò davanti a me e mi disse: ora sono contenta perché so di avere un papà anch’io! La madre mi ringraziò e mi disse: «Padre, io finché posso continuerò a lavorare e contribuirò per le spese della mia figlia». Le chiesi pure: perché hai dato il nome di Maria Goretti a tua figlia? Rispose che era stata la piccola a volere quel nome quando era in terza elementare: il catechista raccontò la storia di Maria Goretti e lei la scelse come nome e santa protettrice.
Qui alla scuola abbiamo 10 ragazze che negli anni novanta furono rapite dai ribelli alla scuola di Aboke; passarono 8 anni come mogli schiave dei ribelli; quando fuggirono scapparono tutte coi loro figli e vennero da me a chiedermi se le accettavo alla scuola.
Accettai le ragazze alla scuola e i figli furono lasciati in varie famiglie e ora pure loro vanno a scuola col nostro aiuto. Scusate se ho disturbato, ma ho pensato che forse potreste far sapere che esistono ragazze che hanno il coraggio di tenersi e amare il frutto della violenza.
Chissà che non serva!
padre John Scalabrini

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