Sul sito della Diocesi di Verona http://www.diocesiverona.it/pls/s2ewdiocesiverona/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=15295
viene presentato il manuale di predicatore una serie di consigli e suggerimenti per chi, ovviamente sacerdote, debba fare un'omelia. Pur non appartenendo alla categoria, e non correndo il rischio di dover svolgere un tale compito, ho cominciato a leggere il testo.
Già il primo capitolo mi ha messo di cattivo umore in quanto i consigli che vengono dati sembrano più adatti per un discorso elettorale che per l'annuncio di un'esperienza che, si presume, il sacerdote stia vivendo.
Ma procediamo con il secondo capitolo. Di male in peggio. L'autore del testo sembra conoscere solo famiglia cristiano o antony de mello che suggerisce consultare prima di preparsi per l'omelia, solo verso la fine c'è un fugace accenno a Leone Magno e Madre Teresa. Ma ancora dell'annuncio di un'esperienza che opera nella vita del predicatore non c'è traccia alcuna.
Terzo capitolo. Oltre ogni pessimistica previsione. Si parla di microfoni, abbiglimento, intonazione e postura (ma era un manuale per predicare o una dispensa dell'actors studio?) e, dulcis in fundo, posizione di confessionali, bambini petulanti,vecchiette devote che accendono candele e signore eleganti che si confessano e soprattutto il cristianesimo ridotto a parola e a tecnica di marketing per l'enunciazione.
Unico dato positivo: non c'è un quarto capitolo.
Personalmente ho sempre pensato che il cristianesimo fosse l'esperienza dell'incontro con la persona di Cristo e non una tecnica enunciativa analoga a quella per vendere pentole e che contasse di più mostrare il proprio cuore convertito da Cristo che non la propria capacità oratoria, ma forse mi sbagliavo.
Comunque poichè sono conscio dei miei limiti e consapevole del fatto che i miei quattro lettori sono più eruditi di me lascio aperta la porta al loro giudizio. Ma non ditemi che non vi avevo avvisato...
Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Caro Andrea,
RispondiEliminase mi permetti una battuta, la classe 1962 è troppo sveglia per cadere vittima di simili aberrazioni. E infatti tu li hai "sgamati" subito e io ti appoggio pienamente. Il marketing, spesso, è già ridicolo quando è applicato negli ambiti giusti (ho lavorato 20 anni come propagandista in un'azienda farmaceutica), figuriamoci quando si usa per fare conoscere Cristo: è umiliante per chi lo fa e per chi lo subisce.
Ciao!
PS Ma parlino pure anche i non-1962, mi raccomando :-)