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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

giovedì 9 aprile 2009

Contributi 72 - Un’imponderabile novità

di Giuseppe Frangi

C’è un aspetto che mi ha colpito nelle cronache lette o viste attorno a questo terremoto. Notavo come giornalisti e commentatori spesso con cipiglio andassero in cerca di spunti polemici, trovandosi invece davanti, ogni volta, la calma e la pazienza delle persone coinvolte nella tragedia e quindi colpite negli affetti o nelle cose. Una sola polemica è decollata per un momento sui siti e sui giornali: quella relativa alla previsione del terremoto avanzata da Giampaolo Giuliani. Ma anche quella polemica proprio non teneva. Primo, perché la previsione non centrava né i tempi né l’epicentro. Secondo, perché non faceva i conti con un elementare dato di realtà: che il terremoto è un evento ingovernabile, a cui è utopistico pensare di mettere le briglie.
Certo, l’uomo può fare qualcosa; può preoccuparsi di costruire edifici che non si affloscino sotto le scosse della terra, specie se si tratta di edifici pubblici. Ma poi, ultimamente, deve accettare di fare i conti con l’imponderabile, con la paura e quindi con il dolore. La pretesa (o il sogno) di tenere sotto controllo tutta la realtà è solo frutto di isterie ideologiche, che alla fine rischiano di fare più danni dei terremoti stessi.
Detto questo, dobbiamo sottolineare che nella risposta che le istituzioni e le persone hanno dato alla tragedia abruzzese si è visto qualcosa di nuovo. Da parte delle istituzioni e del governo si è registrata una prontezza di reazione e anche una trasparenza di comportamenti inedite nella storia delle grandi emergenze nazionali. Esito di una politica pragmatica, magari dai modi a volte un po’ spicci, che però sa venire incontro ai bisogni concreti delle persone. Che in questo caso erano bisogni di grande urgenza e drammaticità.
La seconda cosa che si è vista non è forse nuova, ma è venuta allo scoperto con risvolti sorprendenti. Mi riferisco ai volontari di tutte le associazioni e organizzazioni iscritte nel Dipartimento della Protezione civile. In Italia, secondo le più recenti statistiche, sono ben 1,3 milioni le persone coinvolte (suddivise in 2500 organizzazioni). E tra queste sono 60 mila quelle pronte a intervenire nell’arco di poco tempo per emergenze sul proprio territorio. È una rete solidale che avevamo già conosciuto per le sue caratteristiche di altruismo e generosità, ma che in Abruzzo abbiamo visto muoversi con la competenza e la rapidità dei veri professionisti dell’emergenza. È un volontariato moderno, che dimostra di sapere stare al passo con i tempi. E che proprio per questo rappresenta un capitale sociale di grandissimo valore in cui credere e su cui seriamente investire. Il mix di gratuità e professionalità è un mix prezioso, un valore aggiunto che l’Italia può vantare rispetto a tutti gli altri sistemi paese.
È un volontariato che non ha la pretesa di essere l’antidoto ai terremoti. Ma che vigila e con pazienza, nella tragedia, ricuce i fili della fiducia. Perché davanti allo scatenarsi dell’imponderabile o si resta prigionieri della paura, oppure, con umiltà, con coscienza dalla propria finitezza e con un grande amore per la realtà e per la vita, si ricomincia a vivere e a guardare al futuro.
In Abruzzo speriamo stia accadendo questo. Gli indizi, questa volta, fanno pensare che sia davvero così.

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