Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

sabato 25 aprile 2009

Contributi 86 - Il custode dell'amore

Pigi Colognesi
venerdì 24 aprile 2009

Qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, lo scrittore Alessandro Piperno ha riproposto ai lettori il libro che un giovanissimo Samuel Beckett aveva dedicato a Marcel Proust. «Beckett – scrive Piperno – vede in Proust un uomo che non crede nella comunicazione tra gli esseri. Che si sente immerso in un irredimibile mare di egoismo. E che vive i rapporti umani come uno sconfortante nonché beffardo succedersi di fraintendimenti». A conferma di ciò, cita due frasi folgoranti del drammaturgo irlandese. La prima: «L’amicizia è la negazione di quella solitudine senza rimedio alla quale è condannato ogni essere umano». La seconda: «L’amicizia è un espediente sociale, come la tappezzeria o la distribuzione di bidoni delle immondizie». La conclusione è radicalmente nichilista (e, infatti, l’articolo si intitola: E Beckett smascherò il Proust nichilista): «Noi siamo soli. Non possiamo conoscere e non possiamo essere conosciuti».
Queste frasi, ho detto, sono folgoranti; ma mi sono chiesto se sono anche vere. Vere per quanto posso desumere dalla mia esperienza e chi mi legge trarre dalla propria.
Ho concluso che non lo sono.
Partiamo dalla prima frase. È vero che spesso mi sono sentito condannato ad una «solitudine senza rimedio». Ma, appunto, l’amicizia è stata per me la «negazione» di questa condanna; non perché mi ha fatto fingere di non vederla, ma perché ha dimostrato che essa non è «senza rimedio». Il rimedio è proprio la possibilità di condividere con altri il cammino verso il proprio compimento; in ciò consiste l’amicizia.
Ma allora l’altra affermazione di Beckett, quella secondo cui l’amicizia è un puro «espediente sociale» rappresenta una conclusione indebita. Certo che ogni rapporto può essere vissuto con una superficialità che deborda nello sfruttamento. Tutti noi abbiamo avuto esperienza di nessi che chiamavamo amicizia ed invece non erano che una semplice vicinanza casuale o addirittura connivenza. Ma abbiamo anche sperimentato qualcosa di radicalmente diverso: una comunanza di destino così profonda che fa sentire il compagno di cammino realmente come un sostegno indispensabile, un amico.
Per questo mi sembra che la conclusione nichilista sia una opzione a cui mancano delle ragioni, parziale. Sento molto più vicina alla mia storia la posizione vissuta e descritta da tanti uomini del medioevo, impregnati di cristianesimo. Uno di loro, Aelredo di Rievaulx (1110-1167) ha scritto uno splendido trattato intitolato L’amicizia spirituale. Aelredo è un realista, sa che «l’amicizia può essere carnale, mondana, spirituale. Quella carnale nasce dalla sintonia del vizio; quella mondana si accende per la speranza di un guadagno; quella spirituale si cementa tra coloro che sono buoni, in base a una somiglianza di vita, abitudini, gusti, aspirazioni». Ma, proprio perché realista, sa anche che «fin dal principio la natura ha impresso nello spirito umano il desiderio dell’amicizia, un desiderio che il sentimento interiore dell’amore presto intensificò dandogli un certo gusto di dolcezza», per cui «un uomo senza amici è come una bestia». Bestie sono «quanti pensano che l’ideale sia vivere senza dover consolare nessuno, senza essere di peso o causa di dolore per alcuno; senza trarre gioia alcuna dal bene degli altri, né amareggiarli con i propri sbagli; stando bene attenti a non amare nessuno, e non curandosi di essere amati da qualcuno».
L’opzione nichilista nega in definitiva la possibilità dell’amore, che Aelredo definisce «un sentimento dell’anima razionale per cui essa, spinta dal desiderio, cerca qualcosa e brama di goderne, ne gode con una certa dolcezza e soavità interiore, abbraccia poi l’oggetto di questa ricerca, e conserva quello che ha trovato». Per concludere che «l’amico è come un custode dell’amore».

2 commenti:

  1. Come si può pensare di essere soli?
    Fin dal nostro primo vagito non siamo soli, e non lo siamo mai neanche prima di nascere, custoditi dal grembo materno.
    Durante il corso della mia vita ho conosciuto sul treno dell'esistenza, viandanti, passeggeri e compagni di viaggio che..credimi Gianandrea..ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, pure nell'animo più cupo c'è una fiammella..bisogna solo alimentarla.
    Le frasi di Proust sono il frutto di un animo umano, grande per certi versi, ma infinitamente piccolo per altri..interiormente parlando..che poi non lo sto giudicando ma solo valutandolo in parallelo col mio pensiero.
    A volte la solitudine è una cosa cercata, condivisa con la nostra anima e neanche lì siamo soli!! ^_^
    L'amicizia è un dono e come tale va rispettato e custodito...che di socialmente convenzionale non ha nulla.
    Ciao Gianandrea e grazie per avermi dato modo di riflettere.
    Un abbraccio.

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  2. Ora leggo questa riflessione che condivido in pieno.
    Non c'è vita senza amici...Gianandrea!

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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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