Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

lunedì 27 aprile 2009

Contributi 89 - Con il Papa

propongo all'attenzione di chi mi legge l'editoriale di aprile della rivista Il Timone perchè introduce alcuni spunti che per quanto già in parte trattati mi piacerebbe riprendere in un prossimo futuro.

Con il Papa di Gianpaolo Barra
Il Papa ha scritto una lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica per spiegare le ragioni che lo hanno indotto a togliere la scomunica ai quattro vescovi consacrati nel 1988 da Mons. Marcel Lefebvre. La lettera è stata ampiamente commentata sui media nazionali ed internazionali. lo non ho nulla da aggiungere che non sia già stato detto.
Mi limito ad un'unica, dolorosa e triste constatazione, che emerge dalle parole del Sommo Pontefice. La constatazione, detta senza giri di parole, è questa: ci sono cardinali e vescovi che si oppongono al Santo Padre. Di certo non saranno la maggioranza, ma ci sono. Chi nella Chiesa gli è ostile giunge perfino ad "attaccarlo" e "colpirlo", a "mordere" e "divorare", palesando sentimenti di "intolleranza" e di "odio".
Parole forti, quelle virgolettate, ma sono del Sommo Pontefice. E noi ne prendiamo atto. Nella lettera si trovano affermazioni così chiare che non necessitano di spiegazione. Ne elenco alcune, evidenziando qualche espressione:
«La remissione della scomunica ai quattro vescovi, consacrati nell'anno 1988 dall'arcivescovo Lefebvre senza mandato della Santa Sede, per molteplici ragioni ha suscitato all'interno e fuori della Chiesa cattolica una discussione di una tale veemenza quale da molto tempo non si era più sperimentata».
«Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un'ostilità pronta all'attacco».
«A volte si ha l'impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo, almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi - in questo caso il papa - perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo».
«Cari confratelli, nei giorni in cui mi è venuto in mente di scrivere questa lettera, è capitato per caso che nel seminario romano ho dovuto interpretare e commentare il brano di Galati 5,13-15. Ho notato con sorpresa l'immediatezza con cui queste frasi ci parlano del momento attuale: "Che la libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!"».
«Sono stato sempre incline a considerare questa [ultima] frase come una delle esagerazioni retoriche che a volte si trovano in san Paolo. Sotto certi aspetti può essere anche cosi. Ma purtroppo questo "mordere e divorare" esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata».
Che cosa dobbiamo fare in queste circostanze?
Semplicemente quello che ci compete: noi vogliamo bene al Papa e gli promettiamo la nostra preghiera. Vogliamo bene alla Chiesa, e quindi preghiamo anche per quanti, al suo interno, avversano il Pontefice. È un fatto gravissimo, speriamo che Dio li guidi a ravvedersi, prima di presentare loro il conto. Infine, per quello che vale il nostro mensile, assicuriamo a Benedetto XVI che il Timone è al suo servizio e dunque a sua disposizione. Siamo con lui e gli promettiamo obbedienza e gratitudine. L'ostilità la lasciamo ad altri.

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