Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

lunedì 27 aprile 2009

Contributi 90 - La Santa del quotidiano

Quale contributo al dibattito sul "fine vita" vorrei portare un esempio interessante tratto da Il Sussidiario. Resta verissima un'osservazione che qualcuno ha fatto "i laici si preoccupano di come devono morire... ma se si preoccupassero di come vivere?"

Mario Mauro
lunedì 27 aprile 2009
Ci sono percorsi di vita che, pur nella semplicità delle azioni e degli avvenimenti, offrono a tutti un esempio e trasmettono appieno il coraggio di una scelta. Ci sono cammini che, aprendosi con generosità alla vita e alla santità, le rendono un po’ meno distanti. Gianna Beretta Molla è stata tutto questo. È la santa del quotidiano. È la donna, la moglie, la madre, il medico che ha saputo compiere, nel corso della sua breve quanto significativa esistenza, gesti di straordinaria semplicità.
Il 28 aprile del 1962 Gianna ci lasciava e, proprio in questi giorni, in cui sono iniziate le celebrazioni per ricordare il cammino da lei compiuto a cinque anni dalla sua santificazione fortemente voluta da papa Giovanni Paolo II, il quale già intravedeva nel suo operato una possibile luce di speranza per la nostra epoca, il ricordo del suo percorso ci sorprende per il suo significato così attuale.
Nata a Magenta (Milano) il 4 ottobre 1922, decima di tredici figli, Gianna ha coltivato il dono della fede che l’ha portata a considerare la vita come un dono meraviglioso. Dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Pediatria, Gianna aprì giovanissima un ambulatorio medico in cui assisteva i suoi pazienti che in gran parte erano costituiti da poveri, mamme, bambini e anziani.
Mentre compiva la sua opera di madre e di professionista, sentiva crescere dentro di lei il senso della sua missione, interrogandosi sulle sue scelte di vita che considerava anch’esse un dono prezioso, perché diceva «nel seguire bene la nostra vocazione dipende la nostra felicità terrena ed eterna».
La sua vocazione era la famiglia. Fu da questo amore che verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, Gianna raggiunta nella sofferenza e dal mistero del dolore, decise con estremo coraggio di salvare la vita che portava in grembo, donando la propria in cambio di quella di Emanuela. Per Gianna la creatura che portava dentro di lei aveva gli stessi diritti e lo stesso valore di quella di qualsiasi altra persona, anche della sua stessa esistenza. La scelta di Gianna fu dettata in primo luogo dalla sua coscienza di madre e di medico.
Morì a soli 39 anni, riconfermando con quella scelta l’irriducibilità della vita umana proprio in questo tempo in cui questa viene troppe volte messa in discussione, violata, vilipesa. Le sentenze contro i malati, le ricerche sugli embrioni, sono chiari allarmi di come si stia perdendo il senso di sacralità della vita umana e non si riesca più a comprendere il suo valore.
Santa Gianna risveglia dentro di noi un senso del tutto nuovo e differente. Ci aiuta a riaffermare di fronte alla società che la vita umana è un bene indisponibile, un valore non negoziabile, un tesoro che ci è stato affidato e che dobbiamo custodire e difendere.
Gianna lo dimostrava con l’esempio e con quelle parole tenaci che era solita ripetere e che ritroviamo nei suoi scritti, quando si riferiva al settore in cui esercitava la sua professionalità: «Tutti nel mondo lavoriamo in qualche modo a servizio degli uomini. Noi (medici) direttamente lavoriamo sull’uomo. Il nostro oggetto di scienza e lavoro è l’uomo che dinnanzi a noi ci dice di se stesso, e ci dice “aiutami” e aspetta da noi la pienezza della sua esistenza». A quasi cinquant’anni dalla sua morte, Gianna, soprannominata da tutti il sorriso di Dio, è un esempio per tutti coloro che sentono nel cuore l’urgenza di battersi per il bene comune e per la difesa della vita, soprattutto di quella dei più deboli senza farne un’ideologia.
Papa Benedetto XVI ha proclamato ieri in San Pietro cinque nuovi santi, cinque nuove guide che tracciano le orme su un cammino che oggi più di ieri si fa ancora più impervio: «In una società smarrita e spesso ferita, come è la nostra, ad una gioventù, come quella dei nostri tempi, in cerca di valori e di un senso da dare al proprio esistere - ha affermato il Santo Padre - occorrono saldi punti di riferimento». Santa Gianna è stata capace di testimoniare con la vita e con le opere, di fronte a una società assetata d’infinito, la presenza al suo fianco di uno speciale compagno di viaggio, nel momento del dolore scegliendo la via del sacrificio, del chicco che muore per portare frutto.

2 commenti:

  1. Ho avuto modo di approfondire la conoscenza di questa santa alcuni anni fa in occasione del camposcuola per i giovani del dopo cresima.la scelta estrema di Gianna Berretta Molla attirò molto l'attenzione e suscitò l'interesse di tanti ragazzi. Un ragazzo, ricordo, fece una considerazione: ma se invece di scegliere di morire per far nascere il bambino, avesse scelto diversamente avrebbe fatto peccato? Risposta molto difficile da dare ma, dissi: " l'amore di questa mamma si è manifestato proprio nel volere a tutti i costi donare la vita sapendo di perdere la sua e se avesse scelto diversamente non sarebbe diventata santa ma nessuno, penso,che l'avrebbe condannata. Ma L'amore vero porta anche a fare scelte eroiche come anche Gesù ha fatto donando la Sua vita per la salvezza di tutti noi". Fu difficile per i ragazzi capire ciò ma si interrogarono molto.

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  2. Santa Gianna Beretta Molla è un esempio per tutti noi. Come lei ha accettato di fare la volontà di Dio fino alla scelta eroica del sacrificio della vita, anche noi, nel nostro quotidiano, possiamo sacrificare noi stessi per essere veramente seme che muore e dà frutto, anche se non è la morte fisica che ci viene richiesta.

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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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