Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

domenica 19 aprile 2009

Miracoli 1 - Il sacerdote

Anche in questo caso mi trovo in debito con il curatore del blog http://exsurgatdeus.blogspot.com/

Padre Giovanni Tamayo missionario a Bangkok (Tailandia), racconta la sua incredibile vicenda

Sono missionario da 35 anni in Tailandia. A 50 anni ero parroco della parrocchia Nostra Signora di Fatima a Prachuab. Un giorno, mentre ero alla guida del minibus della scuola con alcuni allunni, di colpo non ho potuto più respirare. Davanti ai miei occhi tutto era diventato buio e non vedevo più nulla. Fui portato all’ospedale e fu diagnosticato un piccolo ictus.
Poi i medici riscontrarono un’anomalia al collo e mi dissero: ‘Faremo delle trazioni per darti sollievo’. Il mio collo era molto calcificato per i lavori pesanti nelle missioni: trasportavo pesantissimi sacchi per la costruzione di conventi e di scuole: cemento, sabbia, legno ecc. Mentre mi facevano le trazioni, persi completamente la sensibilità al braccio destro e dissi loro di smettere.
Ci fu un errore da parte dei medici e tutta la parte destra del mio corpo fu paralizzata!
Mi prescrissero molta fisioterapia. Nell’ala n.7 dove facevo queste sedute, eravamo tutti invalidi e io ero terribilmente depresso all’idea di cominciare una vita da invalido. Tutte le sere mi sentivo schiacciato dalla depressione e soprattutto dalla tentazione della disperazione. Essere solo in un ospedale procura una terribile sensazione di impotenza e ogni giorno gridavo a Dio: ‘aiuto!’
Tre mesi dopo, nella cappella dell’ospedale, parlai al Signore davanti al Santissimo, ripetendogli che non ne potevo più e supplicandolo di tirarmi fuori da quella situazione.
Improvvisamente sentii la Sua voce che mi domandava: ‘Quanti anni ho, figlio mio?’ Gli dissi: ‘Signore tu hai 33 anni!’. ‘E te?’ Risposi:’ Ho 50 anni’. Mi disse: ‘Perché non mi ringrazi? Ti ho dato 17 anni in più di me. A 33 anni ero già morto.’ ‘ Si, Signore, mi dispiace! Perdonami di non aver apprezzato questi 17 anni supplementari di vita che tu mi hai dato.’‘Tu hai parlato bene di me, ma non mi conosci. Gustami!’ (la parola ‘gustare’era veramente molto forte). ‘Signore, cosa vuoi dire?’. ‘Figlio mio, non ti ho consacrato per essere un lavoratore. Non ti ho consacrato per essere un amministratore. Ti ho consacrato per essere ME!’
La parola ‘ME’ era molto chiara. Gesù aggiunse: ‘Quando io soffrivo, mi sentivo abbandonato, inchiodato… E’ un situazione molto dolorosa. Ora tu lo sai.’
Ero sconvolto! Cominciai a capire quello che Gesù voleva dirmi e gli dissi: ‘Si, Signore, grazie di darmi questa occasione di rivivere veramente il tuo dolore e la tua sofferenza. Grazie di ricordarmi che tu mi hai consacrato per essere TE."
Da quel giorno, mi sentii completamente calmo ed in pace.
Poco a poco, le dita della mano destra ricominciarono a muoversi. Le gambe ritrovarono la loro mobilità. Grazie alla preghiera ed alla rieducazione, continuavo a migliorare al punto che tutti nell’ala n.7 mi domandavano: ‘Che medicina usi? Dove possiamo comprarla?’.
Io rispondevo: ‘E’ il Signore, unicamente il Signore! Credete in Dio!’.
Dalle radiografie i medici videro che il mio collo era ancora calcificato. Mi operarono con il 50% di possibilità di successo. Ho detto: ‘Signore, tutto dipende da te, ti do la mia vita. Occupati tu di me!’. L’operazione è durata 10 ore. Mi hanno messo 36 viti e 3 grosse placche al collo. Dopo l’operazione potevo muovere la dita, le bracccia e le gambe!
Ora confido nel Signore. Mi ha consacrato per ESSERE LUI, allora lo lascio fare.
Vivo il mio ministro di prete per LUI perchè so che è realmente LUI che vive in me e che continua attraverso di me la sua opera di predicazione, di guarigione e di liberazione.
Lodiamo e ringraziamo il Signore! Che la mia esperianza sia a Sua maggior gloria!"

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