Non è recentissimo, ma può valere la pena di ricordarlo ai miei ventiquattro lettori...
tratto da http://www.iltimone.org/
1) Il biologo Jacques Monod (1910-1976), nel suo celeberrimo "Il caso e la necessità", un best seller nel quale condensava il suo pensiero sui presupposti teorici della scienza e sui rapporti tra conoscenza scientifica e valori umani, scriveva: "Il puro caso, il solo caso è alla radice stessa del prodigioso edificio dell'evoluzione: questa nozione centrale della biologia moderna è la sola concepibile, come unica compatibile con i fatti dell'osservazione e dell'esperienza".
La sola concepibile? La sola compatibile con l'esperienza, dunque con i fatti? Nozione centrale della biologia?
Non tutti gli scienziati la pensano come lui. Grichka Bogdanov, fisico teorico, rispondendo ad una domanda del filosofo Jean Guitton, diceva a proposito del caso: "Una cellula vivente è composta di una ventina di aminoacidi che formano una catena compatta. La formazione di questi aminoacidi dipende a sua volta da circa duemila enzimi specifici... I biologi giungono a calcolare che la probabilità che un migliaio di enzimi si raggruppi per caso in modo ordinato fino a formare una cellula vivente (nel corso di un'evoluzione di diversi miliardi di anni) è dell'ordine di 101000 (uno seguito da mille zeri) contro 1".
Un commento: se questo calcolo esclude che si possa ragionevolmente attribuire al "caso" la formazione di una sola cellula, come è possibile attribuirgli quella dell'intero creato?
2) A quanti attribuiscono al puro "caso" la causa della disposizione ordinata del reale, Fred Hoyle (1915-2001), uno dei piùgrandi astronomi e matematici del Novecento, ribatteva: "Ma è possibile che il caso abbia prodotto anche soltanto gli oltre duemila enzimi necessari al funzionamento del corpo umano? Basta una piccola serie di calcoli al computer per rendersi conto che la probabilità che questo sia avvenuto 'casualmente' è pari alla probabilità di ottenere sempre 12, per 50.000 volte di fila, gettando due dadi sul tavolo". Giova sottolineare, aggiugiamo noi, che i dadi non devono essere truccati, ovviamente.
E proseguiva: "Più o meno la stessa probabilità del vecchio esempio della scimmia che, battendo su una macchina da scrivere, finirebbe con lo sfornare tutta intera la Divina Commedia, con capoversi e punteggiatura al punto giusto".
Concludendo cosi: "E questo, ripeto, solo per gli enzimi, perché l'improbabilità raggiunge livelli ben più pazzeschi se ci si allarga a tutte le innumerevoli condizioni necessarie alla vita: tutti 'numeri' usciti dal cilindro del caso? Se si risponde sì, si esce dalla ragione".
Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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